Blog a cura di Tonina Pantani, Paolo Franceschetti, Fabio Frabetti e Stefania Nicoletti.

venerdì 5 luglio 2013

Lo strano caso di Pantani e del Tour de France 1998



di Paolo Franceschetti


Scrivo questo articolo con la consapevolezza che non necessariamente riuscirò ad avere una visione d’insieme obiettiva e consapevole perché parto con un handicap.

Infatti non sono mai stato un amante dello sport e non sono mai riuscito a capire il motivo per cui si debba tifare in modo incondizionato un campione o una squadra. Pur avendo praticato diversi sport (ad esempio per anni sono andato in bicicletta; ogni giorno, terminata la scuola, per anni ho inforcato la bici da corsa e mi facevo i miei 50-60 km al giorno) non ho mai assistito a una partita di pallone o a una gara sportiva, che ho sempre trovato mortalmente noiose.

Non sono mai riuscito a capire quindi cosa avesse Marco Pantani di tanto speciale. Eppure, pur non riuscendo a capire a fondo il fenomeno, un dato di fatto mi è sempre stato evidente: Marco Pantani era amatissimo, aveva migliaia di tifosi in tutte le categorie sociali, riceveva manifestazioni di affetto e stima da tutti, e continua a riceverle anche da morto.
Lo amano e lo amavano in tanti.
QuaIche anno fa andai in vacanza in moto al passo Mortirolo, e trovai per la strada e sulle rocce, scritte, disegni, manifestazioni d’affetto a Marco.
Molti lettori del mio blog ci hanno scoperto grazie all’articolo sulla morte di Marco, e mi hanno detto spesso: “ho sempre avuto dei dubbi sulla sua morte, col tuo blog ne ho avuto la conferma, e poi ho scoperto quanto era marcio il sistema”.
Un lettore ci ha scritto (trovate il commento in questo blog) che è guarito dalla depressione grazie a Marco.
Una mia lettrice, Assunta Grasso, dipingeva un quadro solo per amore di Marco.
Non so quindi quale magia Marco fosse capace di evocare, ma il dato di fatto è che si tratta di uno degli sportivi più amati da tutti.

Abbiamo da poco iniziato a collaborare io, Fabio, Stefania, e la signora Tonina Pantani, quando scoppia un altro caso Pantani.
Marco ha sempre scatenato polemiche, in vita. Faceva sognare, era amato, ma faceva molto dibattere.
Ha fatto discutere anche da morto, anche se molto meno. La sua morte, un palese omicidio con depistaggi, omissioni di indagini, disinformazione da parte dei media, è stata liquidata frettolosamente come un suicidio.

Stranamente oggi però i media nazionali ne riparlano ancora. Ma per un fatto a dir poco assurdo. Si parla infatti della sua vittoria al Tour de France del 1998 e si fa l’ipotesi che si possa fare un’analisi antidoping per vedere se Marco fosse o no positivo all’epoca.
Non essendo troppo esperto di dinamiche sportive, potrei sbagliarmi, ma a me la cosa sembra una follia.
Che senso ha un’analisi antidoping a distanza di quindici anni?
E sarà un caso che sia proprio adesso?
Perché poi esisterebbe una lista di sportivi risultati positivi, ma di questa lista spunta solo il nome di Marco, che è morto e non può difendersi?
Inoltre, se esiste una lista di sportivi dopati, come mai è stata tenuta segreta per quindici anni?

In questa vicenda, pur avendo l’handicap di cui ho detto sopra, ho però un vantaggio rispetto ad altri. Avendo fatto (venti anni e venti chili fa) l’istruttore di body building, so perfettamente che tutte le notizie che circolano sul doping sono false.
Il doping è infatti la regola in tutti gli sport. La differenza tra sportivo e sportivo è solo nella quantità di sostanze dopanti o anabolizzanti che questi è costretto ad assumere per gareggiare, nel senso che i veri campioni, se vogliono restare tali a lungo, devono doparsi il meno possibile, altrimenti i problemi collaterali di salute creati da queste sostanze bruciano rapidamente la carriera dell’atleta.
Quindi, date le prestazioni sportive di Marco, è altamente probabile che costui non si dopasse per niente o che perlomeno si dopasse meno di altri.
I controlli antidoping, invece, che sono una vera e propria farsa, servono unicamente come strumenti di controllo, ricatto e potere all’interno delle organizzazioni sportive.
Paradossalmente l’attuale vicenda di Marco Pantani è la prova provata di quello che sto dicendo.
Se fosse vero che esiste una lista di sportivi che era stata trovata positiva al test antidoping, allora è anche vero che all’epoca furono fatti dei controlli, e che tali controlli non sfociarono in alcun provvedimento; in altre parole è come dire che tali controlli furono fatti, ma tenuti segreti per farli spuntare fuori solo al momento giusto (cioè oggi, per poter infangare nuovamente la figura di Marco).
Controlli inutili, quindi, strumentali solo a fini di ricatto e minaccia.
Una farsa, insomma, inutile all’epoca e inutile oggi.

Tutto ciò premesso, proviamo a capire perché questa storia del doping di Marco esce proprio adesso.

A meno che non saltino fuori altri motivi, io credo che tutto questo sia dovuto al fatto che, sia pure lentamente, ci stiamo muovendo per far venire alla luce la verità su Marco.
Questa vicenda è un chiaro messaggio proveniente da chi ha dato l’ordine a suo tempo di uccidere Marco, e il messaggio è: siamo più potenti noi; qualsiasi mossa voi facciate, noi possiamo farne altre mille per annullare le vostre; per quanto voi diffondiate, con i vostri piccoli mezzi, la verità su Marco, noi possiamo infangarlo mille volte di più; per ogni verità che diffonderete, noi diffonderemo mille bugie.

Perché si teme che venga fuori la verità su Marco Pantani?
Il problema è che la morte di Marco è un esempio eclatante di omicidio eccellente, con coperture eccellenti e depistaggi eccellenti; non a caso in questi anni, nel mio blog, ho scritto dieci articoli sull’omicidio massonico, e il mio secondo articolo partiva proprio dall’analisi del caso di Marco, dopo aver letto il libro di Philippe Brunel “Gli ultimi giorni di Marco Pantani”.
Se i tifosi capissero che la morte di Marco è stata un omicidio, con un depistaggio clamoroso da parte di giornali e organi inquirenti, molta gente comincerebbe a capire il sistema in cui viviamo.
Molta gente, cioè, si domanderebbe: “ma se per la morte di Pantani sono riusciti a corrompere giornalisti, polizia, magistratura, non sarà che è successa la stessa cosa in altri casi?”.
La gente, insomma, partendo dalla morte di Marco, comincerebbe a porsi molte domande, troppe, sulle morti di molti altri personaggi famosi: il Torino Calcio, Ayrton Senna, Pier Paolo Pasolini, Rino Gaetano, Fred Buscaglione, Fabrizio De André, Lucio Battisti, e tanti, troppi altri.
Non a caso il mio blog, dopo l’articolo sulla morte di Marco, raddoppiò di colpo i lettori.

Perché questa cattiveria, perché proprio adesso? Domanda la signora Tonina disperata.
La signora Tonina è una mamma, non è una esperta di poteri occulti, sa poco o nulla di depistaggi giudiziari e manipolazione dell’informazione.
E per lei Marco non era Pantani il ciclista. Era Marco, il figlio che le creava problemi e batticuori, come la maggior parte dei figli ai genitori, era Marco che amava correre in bicicletta e un giorno per caso si è ritrovato a vincere gare internazionali, era Marco che da quando era diventato campione aveva portato a casa un sacco di soldi sì, ma anche un sacco di problemi, gente strana che girava attorno alla famiglia, pensieri e problemi vari.
Un figlio può diventare presidente della repubblica, generale dell’esercito, scrittore famoso, o un guru di fama internazionale come Osho, ma per una madre lui resterà sempre il figlio, e di lui non ricorda certo le vittorie al Tour o i Giri d’Italia, ma le prime parole mentre, cicciottello e con le guanciotte, si aggirava goffo esplorando la casa, il primo giorno di scuola, la malattia che la costrinse a rimanere sveglia in preda all’ansia, talvolta le liti, le incomprensioni, la volta che magari dovette sgridarlo perché litigava con la sorella.
E una madre ha difficoltà quindi a capire che il figlio è un simbolo per milioni di persone; ed essendo un simbolo positivo, era mal visto dal sistema e pericoloso.
I simboli, nel nostro mondo, devono essere negativi, egoisti, scopatori, attaccati al denaro.
Marco, a quanto ho capito ascoltando i racconti della madre, ma soprattutto dei tifosi, era onesto, generoso, semplice, probabilmente dal carattere difficile, ma comunque con un cuore grande come una casa (mi ha colpito e commosso, nel racconto che mi ha fatto la madre, quando la signora ha detto che “Marco nella squadra prendeva i ciclisti che avevano più bisogno, non i più bravi”).

Come ho spiegato alla signora Pantani, la gente che ha ucciso Marco ha un potere quasi senza limiti. Possono condizionare tutti i processi, non essendoci giuria che non possano corrompere, possono condizionare tutta la stampa, possono eliminare qualsiasi persona scomoda, possono corrompere chiunque.
Se in futuro scriveremo un libro, loro ne scriveranno altri dieci che venderanno ciascuno dieci volte più del nostro.
Se agiremo in un giudizio, loro potranno farci scomparire i fascicoli, ignorare le prove, alterare tutto.
Se faremo una conferenza stampa in cui parlare di Marco, loro faranno un programma TV che sarà visto da milioni di persone in cui diranno di Marco le peggiori cose.
Per ogni articolo che noi potremo scrivere su questo blog, loro potranno riempire di bugie le pagine di tutti i giornali.
Per tutti i soldi che la signora potrà pagare a legali, investigatori, periti, loro possono pagare mille volte di più o possono creare danni economici mille volte superiori, tali da far risultare antieconomica qualsiasi azione.
Loro, insomma, sono più forti su tutti i fronti.
Ma su una cosa loro sono perdenti.
Contro l’amore di migliaia di tifosi, loro non potranno fare niente. Contro l’amore di una madre anche (a meno che non arrivino a minacciare la sorella di Marco, o il padre).
Perché l’unica cosa che questa gente non conosce è l’amore. E contro quello, perdono loro. Inoltre, non conoscendo l’amore, non ne conoscono neanche i meccanismi, quindi non riescono a prevedere che a fronte di questi attacchi l’amore dei tifosi aumenterà, e sempre più gente si interesserà alla figura di Marco; il che, alla fine, potrebbe anche trasformarsi in un clamoroso autogoal per i mandanti della morte di Marco.
Loro agiscono infatti con criteri di razionalità e prevedibilità. E’ prevedibile che quando ci muoveremo avremo incidenti in auto o in moto, è prevedibile che sui giornali partiranno attacchi di tutti i tipi alla figura di Marco, ed è prevedibile che magari – perché no? – l’anno prossimo possa uscire un film o una serie di telefilm su Marco che lo presentino come un drogato e un dopato.
E’ tutto prevedibile.

Ma l’amore è irrazionale, e quindi è imprevedibile capire come andrà a finire questa volta, perché è imprevedibile capire come reagiranno i tifosi a queste notizie.


19 commenti:

  1. Come tanti tifosi, ho seguito le imprese di Pantani con grande esaltazione. Mentre nel gruppo dei ciclisti vi sono consolidate alleanze e tattiche precostituite (una specie di manuale Cencelli del ciclismo), ritengo che Pantani fosse un corridore fuori dagli schemi e quando c'era da attaccare attaccava. Lui aveva un talento naturale per gli scatti in salita, riusciva a mulinare su un rapporto duro e quando scattava nessuno riusciva a stargli dietro - contro una forza del genere non c'e' doping che tenga, altrimenti qualcun altro gli sarebbe andato dietro. Nelle tappe di montagna staccava tutti e penso che il soprannome di pirata gli venisse non solo dalla bandana ma anche dal suo animo arrembante inviso agli altri. Detto questo, mi pare di avere letto che comunque il doping retroattivo riguardera' anche altri ciclisti e non solo Pantani. Bisogna dire anche delle discrepanze politiche fra le varie organizzazioni nel trattare il doping. Ad esempio,l'UCI (unione ciclistica internazionale) e la direzione del Tour sono stati d'accordo nel revocare i titoli di Lance Armstrong ma divertono su altre questioni come la vittoria di Bjarne Riis, nel 1996. Il ciclista danese confesso', dopo essersi ritrato dalle corse, che si era stradopato; la direzione del Tour gli ha revocato il titolo ma l'UCI si e' opposta, nonostante la confessione. Chissa' come mai.

    RispondiElimina
  2. Caro Paolo,

    purtroppo il film su Pantani l'hanno gia' fatto... qualche anno fa e trasmesso sulla RAI... e ovviamente passava piu' o meno il messaggio che puoi immaginare...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. IL FILM L ANNO FATTO CON TANTA FRETTA MA SOPRATUTTO CON MOLTA CATTIVERIA ANNO FATTO PASSARE X UN ALTRA VOLTA CHI NON ERA MARCO MA COME UN DOPATO E DROGATO SONO STATA MOLTO MALE PURE IN QUEL CONTESTO MA HO COMINCIATO A CAPIRE COME TANTA GENTE E CATTIVA E PENSA SOLO L DIO DENARO

      Elimina
  3. Devo dire che a me Pantani non lo smonteranno mai.......grande MARCO.

    RispondiElimina
  4. Una persona bella e solare come Marco Pantani può solo continuare a vincere in questo mondo... anche da morto. Io spero che tutti noi, al più presto, abbiamo coscienza di quello che è successo. E lo stesso amore sincero che abbiamo per questa persona, che ha dato tanto allo sport vero, sia così forte da mettere al bando, amorevolmente, questi che lo hanno voluto morto in questo mondo.

    RispondiElimina
  5. Ciao Paolo, dato che sei in contatto con la mamma di Marco Pantani, vorrei porgerle una domanda.
    Premetto che pure io sono convinto che Marco sia stato brutalmente assassinato e che la sua immagine sia stata volutamente avvelenata semplicemente per distruggerne la reputazione.
    Ho letto nel libro di Philippe Brunel che il Rolex di Marco era rimasto fermo ad un'ora ben precisa. Non ho capito, però:

    - se l'orologio andasse a carica manuale o con batteria
    - la batteria si era scaricata?
    - come poteva essere fermo a quell'ora?

    Spero possiate rispondere a queste domande. Per me l'orologio è un indizio molto importante che non va trascurato per ricostruire qualcosa di utile.
    Un saluto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. PURE IO NON LO CAPISCO L 'OROLOGIO L'AVEVA AL POLSO MA ERA FERMO E SI FERMAVA SE NON LO PORTAVI MA LUI NON LO TOGLIEVA MAI L AVEVA AL POLSO MA FERMO PRIMA DELLA MORTE

      Elimina
    2. Gentile signora Tonina, la ringrazio per la risposta.
      Deduco fosse un Roxex automatico. Si ricorda, per caso, il nome del modello?
      Appena ho tempo faccio un salto in un negozio che li vende e chiedo quanto tempo di stop necessita un automatico affinchè smetta di funzionare.
      Le chiedo anche un chiarimento: lei afferma che l'orologio era "FERMO PRIMA DELLA MORTE". In base a cosa afferma con certezza che si sia fermato prima del decesso di Marco?

      La ringrazio ancora.

      Gianluca Musumeci

      Elimina
    3. Credo che qualsiasi modello Rolex con quel tipo di ricarica cinetica abbia piu' o meno le stesse caratteristiche. Per approssimazione, posso dire che possiedo uno Zenith con un meccanismo simile e senza movimento del braccio si fermerebbe dopo 8-10 ore. I Rolex, essendo piu' costosi/complessi, potrebbero anche durare di piu'.

      Elimina
    4. Credo che qualsiasi modello Rolex con quel tipo di ricarica cinetica abbia piu' o meno le stesse caratteristiche. Per approssimazione, posso dire che possiedo uno Zenith con un meccanismo simile e senza movimento del braccio si fermerebbe dopo 8-10 ore. I Rolex, essendo piu' costosi/complessi, potrebbero anche durare di piu'.

      Elimina
  6. Ci sono degli errori nell'articolo, per dovere di verità è da sottolineare che non è che esiste una lista di positivi non rilevata o che all'epoca vennero fatti controlli che non sfociarono in provvedimenti. Semplicemente la federazione ciclistica francese sta facendo nuovi controlli (con i metodi odierni) su campioni prevelati al tempo delle corse e conservati in questi anni.
    Questo non per giustificare l'operazione, che è assolutamente ingiusta tanto più verso Marco che non si potrebbe difendere, ma solo per amor di verità di cronaca.
    Comunque sia per fortuna il presidente dell'UCI ha già affermato che nessuno può togliere il tour al pirata...

    W Pantani!

    RispondiElimina
  7. Per norma i campioni di sangue destinati agli esami tossicologici di secondo livello, anche se accertata la positività, e se non ci sono contestazioni, sono distrutti dopo 60 giorni dall'esame, a meno che le parti non dispongano diversamente. I campioni biologici devono essere conservati al freddo se no degradano, Vi immaginate quanti freezer occorrono per conservare tutti i campioni di tutti gli esami positivi o negativi per più di dieci anni? Secondo me hanno conservato i campioni per altri motivi non strettamente legati alle analisi....
    Oggi con gli strumenti di analisi odierni si riesce a discernere sostenze come il testosterone, l'EPO, e altre molecole di origine naturali da quelle non naturali che hanno struttura leggermente diversa e in genere si portano appresso, anche, altre molecole come gli ftalati delle sacche, etc.

    RispondiElimina
  8. "Che senso ha un’analisi antidoping a distanza di quindici anni?
    E sarà un caso che sia proprio adesso?
    Perché poi esisterebbe una lista di sportivi risultati positivi, ma di questa lista spunta solo il nome di Marco, che è morto e non può difendersi?"

    Ecco, puntuale e prevedibile, un colpo d'assestamento:
    http://www.lastampa.it/2013/07/23/sport/ciclismo/pantani-fece-uso-di-epo-a-rischio-il-tour-del-2LbxJzO5Byp74gt3RPcnIN/pagina.html

    Spero di poter piangere ancora una volta, il giorno in cui verrà svelata la verità, con una piccola gioia in più legata al ricordo di Marco Pantani

    Piero

    RispondiElimina
  9. Ho avuto l'onore di conoscere Marco quando ero cuoco nel ristorante che frequentava nell'estate del 2001. Arrivava con la fidanzata (spesso li ho visti giocare come ragazzini nel cortile sul retro del locale) e il suo sorriso mi dava gioia, perchè speravo che nonostante il fango e il marciume che erano stati gettati su di lui, riuscisse a tenere duro a credere e a combattere. Purtroppo chi aveva deciso di annientarlo, non si sarebbe fermato neanche davanti alla sua morte!! Vorrei comunque dire a chi ha portato via Marco a tutti gli italiani, a tutti i ciclisti, ai suoi cari e al mondo intero, che Marco riusciva a tenere appiccicato al televisore uno come me, che mai prima di Marco aveva visto una corsa di ciclismo e che dopo Marco non ne ha più vista una (non me ne vogliano gli altri ciclisti,niente di personale) e riusciva a farlo non perchè fosse solo un grande atleta ma sopratutto perchè da lui sprizzava da ogni poro la passione allo stato puro,
    la grinta e la sana rabbia di dare il meglio per se stesso e per chi lo amava.
    Beh, se l'intento era quello di distruggerlo sappiate che ci siete riusciti solo in parte, perchè come ha detto un giorno un grande uomo:" Si può uccidere una persona, ma non si può uccidere un'idea"
    E l'idea di chi ha amato Marco come uomo e come atleta non cambierà mai ,neanche se continuerete a sputare fango e veleno su di lui fino alla fine dei tempi. Il male perde sempre!!!

    RispondiElimina
  10. Corri più veloce del vento
    il vento non ti prenderà mai
    corri ancora adesso lo sento
    sta soffiando sopra gli anni tuoi.
    Dammi la mano fammi sognare
    dimmi se ancora avrai
    al traguardo ad aspettarti
    qualcuno oppure no

    Dimmi cos'è che fa sentire
    il vuoto che ti toglie tutto
    e fa finire il gioco
    dimmi cos'è dentro di te
    dimmi perchè

    Cerchi questo giorno d'inverno
    il sole che non tramonta mai
    lo cerchi in questa stanza d'albergo
    solo e sempre con i tuoi guai.
    Dammi la mano fammi sognare
    dimmi se ancora avrai
    al traguardo ad aspettarti
    qualcuno oppure no

    Dimmi cos'è che fa sentire il vuoto
    che ti toglie tutto
    e fa finire il gioco
    dimmi cos'è dentro di te
    dimmi perchè

    Dimmi cos'è che fa sentire
    il vuoto che ti toglie tutto
    e fa finire il gioco
    dimmi cos'è dentro di te
    dimmi perchè

    A braccia alzate verso il cielo
    nella notte te ne andrai
    e a pugni chiusi sulla vita
    la tua vita graffierai

    Dammi la mano fammi sognare
    dimmi se ancora avrai
    al traguardo ad aspettarti
    qualcuno oppure no

    Dimmi cos'è dentro di te
    dimmi perchè
    dimmi cos'è dentro di te
    dimmi perchè...

    RispondiElimina
  11. Non è tutto oro quello che luccica.

    RispondiElimina
  12. Volevo segnalare a Paolo Franceschetti e alla sig.ra Tonina Pantani che mi sono occupato dell'omicidio di Marco Pantani nel mio blog in tre articoli di cui riporto il link per conoscenza. Negli articolo ho citato, chiaramente, come fonti anche il presente blog e ho fatto riferimento, alle possibili cause della morte di Marco, sia le teorie del defunto John Kleeves (questione Lance Armstrong) sia quelle sulla rosa rossa. Inoltre, ho anche fatto alcuni riferimenti ad altre persone morte in maniera sospetta tanto quanto il povero Marco.

    http://www.gianlucamusumeci.com/blog/la-morte-di-marco-pantani-parte-i/
    http://www.gianlucamusumeci.com/blog/la-morte-di-marco-pantani-parte-ii-uno-sguardo-piu-approfondito/
    http://www.gianlucamusumeci.com/blog/la-morte-di-marco-pantani-parte-iii-chi-lo-ha-ucciso/

    Segnalo un particolare inquietante dal quale vorrei, se possibile e se ne ha tempo, una interpretazione dall'avvocato Franceschetti.
    Nell'ultimo articolo, il terzo, ho ricevuto un commento dai toni pesanti e scurrili, che cercava di azzerare i miei interventi come cavolate quando, invece, Pantani doveva apparire come un banale drogato, assieme a tante altre persone vittime del sistema. Fa riflettere che l'articolo, a nome apparentemente, femminile, aveva l'indirizzo IP anonimo.


    RispondiElimina
  13. UN SOLO COMMENTO ED UN UNICO PENSIERO......
    CIAO MARCO.....
    CI MANCHI TANTISSIMO...
    TI STIMO E TI STIMERO' SEMPRE.......

    LUCA.

    RispondiElimina
  14. UN SOLO COMMENTO UN UNICO PENSIERO.....
    CIAO MARCO CI MANCHI DA MORIRE...
    TI STIMO E TI STIMERO' PER SEMPRE....
    CORRI FELICE LASSU...

    BYE LUCA

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.